Fusaro è un cantautore torinese classe ’97. Riflessivo e introverso, attraverso la sua musica prova a riportare l’attenzione sul messaggio, sul contenuto. Ce lo spiega meglio lui stesso in questa chiacchierata. Buona lettura!
Ciao Fabrizio, grazie della disponibilità. Partiamo da Dormi Serena, una canzone onirica e quasi atemporale. C’è qualche lettura o ascolto che ha influenzato il suo mood?
In particolare sono gli ascolti che mi influenzano di più durante la scrittura, salvo alcune eccezioni o esperimenti. Nel caso di Dormi serena penso di esser stato attirato magneticamente da tutta una serie di brani che nel tempo ho immagazzinato in me, che anche lontanamente riportavano l’atmosfera che cercavo. Come ad esempio See you soon dei Coldplay, Smoke signals di Phoebe Bridgers o Le chiavi di casa di Niccolò Fabi.
A proposito di ispirazioni, Vile (a riva) ha un debito nei confronti di Invernale di Guido Gozzano. C’è qualche altro scrittore che ti piace?
Il debito con Guido Gozzano è indiscutibile, il mio è stato un esercizio di scrittura che si è materializzato in una canzone. Ho lasciato che la sua storia trovasse una melodia ed è stato bello incorniciare il tutto in questo disco. Non ci sono scrittori in particolare di cui mi sono appassionato. Alle superiori aspettavo con ansia l’ora di letteratura e sono contento che questa mia passione abbia incontrato la musica.

Cosa ti è stato utile del tuo background in Fusaro? Cosa ti sei portato in questo progetto in termini di esperienza? Te lo chiedo perché hai fatto da spalla a molti artisti più o meno underground.
Nel corso dei primi passi di questo progetto ho imparato tante cose che cercherò di non scordare mai. Ho imparato a credere un po’ di più in me stesso e a dare il massimo per le cose a cui tengo. Grazie alle esperienze live ho cominciato ad abituarmi e ad incassare i colpi dell’ansia e del timore fino all’ultimo secondo prima dell’esibizione. Ho imparato a seguire fedelmente la traccia dei miei gusti durante la scrittura. Insomma per quanto sia ancora all’inizio, ho già tante cose da tenere a mente.
Anche il tuo disco sarà prodotto da Ale Bavo, che sembra riuscire a valorizzare a pieno la tua espressività. Com’è nata questa collaborazione?
La collaborazione con Ale Bavo è nata grazie al Reset Festival che nel 2017 decise di credere in me, selezionandomi tra i progetti destinati al laboratorio creativo Rehub. Lì ho conosciuto Ale e da subito ho colto la sua sensibilità e la sua apertura nei miei confronti. Dopo qualche tempo, nel 2019 ci accorgemmo che i tempi erano maturi e che era il momento giusto per mettersi al lavoro insieme per la produzione dei brani per un disco.
Rimanendo un attimo sul discorso album, come sarà?
Sarà innanzitutto un gran bel sogno che si avvera. Ci penso la notte prima di andare a dormire ed il mattino appena sveglio, da troppo tempo ormai. S’intitolerà Di quel che c’è non manca niente e racchiude in sé tutto il percorso che mi ha portato fino a qui. I primi singoli usciti fino ad ora inquadrano bene quello che sarà il mood e l’ambiente del disco, un quadro completo di sfumature calde e fredde, brani scritti di recente come Dormi serena o Solo un giocattolo e altri scritti più indietro come Vile (a riva).
Grazie!