L’uomo che ha inventato la notte

Nel 1988 la fredda Manchester trasforma la sua pista da ballo più famosa in un anfratto balearico: la prima serata Hot al club Haçienda spazza via gli interni urbani di Ben Kelly e immerge gli avventori in un’atmosfera tropicale, con tanto di lampade abbronzanti, palme e una piscina. È il periodo della Seconda estate dell’amore, quella dell’acid house e dei rave, dell’ecstasy e degli hooligan che da violenti scalmanati si ritrovano abbracciati a cantare allegri in curva, proprio grazie al Mdma.

Inizia tutto un anno prima, quando alcuni dj britannici, tra cui Paul Oakenfold, vanno a Ibiza e tornano estasiati dalle notti infinite sul tetto scoperto dell’Amnesia. In questo club, lo sciamano che traghettava le persone allucinate sulla pista da ballo dal cuore della notte all’alba si chiama dj Alfredo, moniker dietro il quale si nasconde l’argentino Alfredo Fiorito. I suoi mix sfuggono a qualsiasi legge, miscelando dance, rock, italo disco e mainstream in un flusso continuo, reso più commestibile dall’ecstasy.

Originario di Rosario, Fiorito in Argentina fa il giornalista musicale ma, quando nel 1976 il golpe militare destituisce la presidente Isabelita Perón in favore del generale Jorge Rafael Videla, decide di lasciarsi alle spalle il regime e partire per la Spagna. Qui Fiorito si stabilisce a Ibiza, dove diventa padre, trovandosi costretto a sbarcare il lunario come può: dapprima fabbrica candele, poi fa il corriere e, infine, si avvicina al suo temperamento artistico reinventandosi stilista. La sua creatività lo porta a lavorare come barman in un locale vicino al porto della città, il Be Pop, dotato di un’attrezzatura da dj. Comincia, così, nel 1982 l’epopea di dj Alfredo.

È l’anno dei Mondiali di calcio vinti dall’Italia e ospitati da una Spagna che aveva modo di mostrarsi nel pieno di una transizione che dal franchismo portava alla democrazia. La voglia di libertà non poteva che trovare la sua massima espressione nell’isola di Ibiza, resa centro turistico già negli anni Sessanta, quando era una delle mete predilette della cultura hippie e già emanava una certa aura di mistero grazie a “Es Vedrà”, una roccia attorno alla quale gli strumenti di orientamento non funzionano e persino i volatili si smarriscono. 

La segunda salvación de Alfredo Fiorito, un dj de Ibiza en apuros – Diario de Mallorca

Quando Fiorito viene intercettato dall’Amnesia, la speranza è quella di rendere il locale più underground dell’isola anche il più famoso. Il processo non è immediato, ma a metà degli anni Ottanta l’Amnesia diventa comunque un porto franco, nella sua terrazza ballano persone provenienti da tutto il continente, di qualsiasi orientamento sessuale e appartenenti a varie culture e controculture. La libertà è anche musicale: reggae, rock, dance e new wave sono missati senza soluzione di continuità da dj Alfredo. 

Fiorito diventa così il padre del balearic, non un vero e proprio genere, ma un’attitudine edonista danzereccia. La stessa che ha permesso al dj di affrontare con dignità il difficile momento legato alla pandemia, uno stallo che lo ha costretto a chiedere aiuto ai suoi fan su Gofundme, aggravato da un ictus. Messo alle spalle il brutto periodo, Fiorito è tornato a esibirsi dal vivo e pubblicare i suoi missati, in cui non manca mai la italo disco e, in generale, la musica del bel paese, come dimostra il suo amore per “Primavera (Stop Bajon)” di Tullio De Piscopo.

Fernando Rennis